Attraversando la Beqaa, valle tempestata di piccoli paesi sciiti e cristiani, si arriva ad Arsaal, un piccolo villaggio sunnita.
Questo villaggio è quasi una roccaforte. Si nasconde in una valle tra le montagne come se volesse nascondersi alla vista e sottrarsi al vento che soffia impietoso nella maggior parte delle stagioni.
I rifugiati siriani che scappano alle violenze del regime di Assad vi trovano rifugio, dato che è uno dei pochi villaggi sunniti della zona e considerando anche il fatto che è a " due passi" dal confine. Non si tratta proprio di due passi, visto le montagne che dividono la Siria dal confine libanese, ma molti siriani disperati decidono di attraversarle a piedi pur di salvarsi.
Questa è la cosa più sconvolgente della guerra: non hai tempo di piangere e disperarti, non hai tempo di lasciarti andare, impietriti dal dolore si va avanti come macchine, lo si fa per i propri figli, e la storia ci insegna che alla fine l'essere umano si abitua ad ogni tipo di crudeltà per spirito di sopravvivenza.
Across the wide Beqaa valley, dotted with shiite and christian villages, lies the sunni hamlet of Arsaal, tucked away in a fold of the mountain, like a fortress, as if seeking shelter from the wind which blows mercilessly most days of the year.
The Syrian refugees who manage to escape the violence of the Assad regime can find sanctuary here. It is one of the few sunni villages in this area and it is close to the border. But not that close. High mountains separate Syria from Lebanon, and desperate Syrians have no other option than to cross them on foot, in order to save themselves and their children.
This is the most shocking thing about war: there's no time to cry and despair, no time to let go, you just carry on like a machine, numb and stone faced by shock and pain. History teaches that in the end human beings get used to all kinds of cruelty in order to survive.